Gentile Ministro Di Maio,
Lettera150 è un think tank che raggruppa 250 professori universitari e alcuni magistrati.Siamo rimasti profondamente toccati da quanto accaduto all’avvocatessa turca Ebru Timtik.Le chiediamo un suo autorevole intervento presso il governo turco per chiedere spiegazioni e stigmatizzare quanto avvenuto.In allegato la mail firmata da tutti i membri di Lettera150.
Un cordiale saluto
Prof. Giuseppe Valditara
coordinatore di Lettera150 www.lettera150.it
Embru Timtik è morta in Turchia dopo 238 giorni di sciopero della fame. Avvocato, era componente della Contemporary Lawyers’ Association (CHD), un’associazione di legali che si fa carico delle cause delle fasce più deboli della popolazione. Insieme ad altri 17 colleghi, e’ stata per questo processata dalla Corte di Istanbul, che nel 2019 ha emesso la sentenza di condanna con l’accusa di aver formato e diretto un gruppo terroristico.
La sentenza parla anche di adesione al Revolutionary People’s Liberation Party-Front (Dhkp/C), partito politico illegale in Turchia; l’opposizione in parlamento ha definito il processo che si è tenuto «una farsa».
Embru Timtik ha iniziato lo sciopero della fame per sostenere la sua richiesta di un giusto processo; lo scorso 14 agosto le era stata rifiutata la scarcerazione perché non ritenuta necessaria per la tutela della sua salute.
L’ong Reporter Senza Frontiere ha definito la Turchia come «il più grande carcere al mondo di giornalisti professionisti»: dal 15 giugno 2016 sono stati chiusi 70 quotidiani, 20 riviste, 34 stazioni radio e 33 canali televisivi, 88 giornalisti sono stati condannati in via definitiva, 73 sono detenuti in attesa di giudizio e 167 si trovano in esilio.
Anche per gli avvocati si è verificata la medesima situazione.
Dal rapporto dell’ong “The Arrested Lawyer Initiative” risulta che, a febbraio 2020, oltre 1.500 avvocati sono stati messi sotto indagine e 605 arrestati, a 345 legali sono state comminate pene complessive per 2.158 anni di carcere. Ogni sentenza parla di appartenenza a un’organizzazione terroristica armata o di propaganda terroristica. In seguito all’epidemia da Coronavirus, circa 100.000 persone nelle carceri turche hanno ricevuto la libertà condizionale per evitare la diffusione del virus nelle strutture penitenziarie. Avvocati, attivisti, giornalisti e prigionieri politici, invece, sono stati esclusi dalla legge dello scorso 14 aprile.
Helin Bölek, Mustafa Koçak, Ibrahim Gökçek , i musicisti della band turca Grup Yorum morti dopo uno sciopero della fame durato quasi un anno, avevano già acceso i riflettori sui diritti umani in Turchia.
L’avvocato Aytaç Ünsal, come Ebru Timtik, difendeva quei musicisti, ed ha iniziato anche lui il “death fast” il digiuno che lo porterà alla morte. Gli ideali per cui hanno scelto di morire sono gli stessi dei musicisti del Grup Yorum: libertà di espressione e procedimenti giudiziari equi.
Aytaç Ünsal ha inviato una lettera a Open attraverso un membro del Grup Yorum. L’avvocato l’ha spedita dalla prigione di Balıkesir : “Volevo parlarvi di me perché penso che vi interessi il motivo che porta un avvocato a fare lo sciopero della fame. Nella mia storia personale sono racchiuse le ragioni per cui un legale ha scelto di incamminarsi verso la morte. Purtroppo è una storia che riguarda in realtà tutti noi. […] Ho avuto la fortuna di avere come madre una magistrata. Essere consapevoli del meccanismo giudiziario sin dall’infanzia è un buon modo per imparare l’importanza dei diritti e della giustizia. Ma ho conosciuto anche l’ingiustizia da bambino: c’erano differenze in classe, c’erano differenze con le persone più povere delle città in cui ho vissuto. Poi sono entrato in contatto con l’Ufficio legale popolare, e li ho realizzato che quelle persone oneste in realtà erano ovunque.[ …]. Dopo averli trovati di nuovo, non li ho mai lasciati soli. Non ho mai lasciato indietro le persone più vulnerabili. Ho vissuto i momenti più felici della vita mentre difendevo i più deboli nei tribunali. Grazie al mio lavoro di avvocato ho conosciuto il valore della vita e delle singole persone. L’ufficio legale popolare mi ha insegnato la vita in termini reali […] Ora mi stanno costringendo a rinunciare a tutto questo. Dicono che non puoi difendere gli operai, gli abitanti del villaggio, la gente dell’Anatolia. Dicono che non puoi essere un avvocato presso l’Ufficio legale popolare. Dicono che non puoi vedere Didem per i prossimi dieci anni e mezzo. Stanno cercando di mettere al bando le persone, il paese, il mio amore, la mia professione. Ma queste non sono cose senza valore a cui puoi semplicemente rinunciare. Non è abbastanza semplice dire “Beh, non c’è niente da fare.” Io non rinuncerò mai alla mia gente, all’Anatolia, che mi ha insegnato la vita, che mi ha reso umano con il suo sforzo. Morirò ma non mi arrenderò[..] Io sono stato loro avvocato fin dall’infanzia. Morirò, ma non smetterò mai di difenderli! “
Lettera 150, think tank che riunisce circa 250 accademici di diverse discipline, chiede che vengano rispettati i diritti umani in Turchia, evitando condanne e detenzioni per reati di opinione, e che ogni persona sottoposta a processo possa essere difesa da avvocati che non debbano temere per la loro libertà. Altrimenti non si tratta di vera difesa, ma di un vuoto simulacro che esula dalla giustizia.
Prima che si verifichino altre morti.
Fonti :
https://www.open.online/2020/05/24/morire-liberta-turchia-lettera-aytac-unsal-sciopero-fame/
https://ara.tv/gtun6 (Al Arabyia)
http://m.bianet.org/english/human-rights/229812-lawyer-ebru-timtik-dies-on-238th-day-of-death-fast
https://www.dirittiglobali.it/2020/08/lawyer-ebru-timtik-dies-on-day-238-of-death-fast/
Questo dramma umano peserà nelle coscienze di chi oggi nell’ UE permette al criminale Erdogan di perpetrare questi crimini. Vergogna!