“Apprendiamo stupefatti che la riforma del reclutamento dei futuri ricercatori a contratto prevederebbe che i commissari esterni non abbiano diritto ad alcun rimborso delle spese di missione. È la prima volta che una legge prevede esplicitamente che un dipendente pubblico sia tenuto a sostenere le spese per svolgere un compito istituzionale”, così Lettera150, il think tank che riunisce circa 300 accademici di diverse discipline in merito al ddl di riforma all’esame del Senato.
“Troviamo questa misura offensiva nei confronti della categoria dei professori universitari. Evoca il disprezzo maoista verso gli intellettuali dei tempi della rivoluzione culturale” commenta Giuseppe Valditara, coordinatore di Lettera150, “la troviamo anche dannosa per lo stesso funzionamento della riforma. Riteniamo infatti improbabile che un professore sia disponibile a fare il commissario a spese proprie”.
L’associazione conclude la propria nota auspicando che “al Senato questa incredibile stortura venga sanata”.
Anche perché quando uno deve fare qualcosa gratis, significa che si attende un beneficio per via trasversale e dunque si introducono elementi di opacità nella procedura.