‘Stupisce che proprio mentre la guerra è in Europa, in un momento in cui dovrebbe essere massima la coesione nazionale, il governo minacci la crisi su un tema altamente divisivo che non appartiene neppure al programma concordato quale quello del catasto”. Così Lettera150, il think tank costituito da oltre 300 tra professori universitari, magistrati, professionisti.
“La riforma del catasto”, prosegue il think tank liberal conservatore, “è prima di tutto inutile. Se l’obiettivo è aggiornare le classificazioni catastali alla realtà, è già in vigore una norma contenuta nella legge finanziaria per il 2005 (n. 311/2004, art. 1, commi 335 e 336), che attribuisce ampi poteri alla Agenzia del Territorio e ai comuni. Anche per il censimento di immobili abusivi ora sconosciuti al fisco”, prosegue l’associazione, “sono in vigore dettagliate norme che attribuiscono poteri di controllo ai Comuni anche mediante le tecnologie a disposizione come i droni”. Continua Lettera150: “La assicurazione contenuta nella norma per cui i nuovi valori catastali non saranno utilizzati a fini fiscali è poco credibile: se non servono a fini fiscali, a cosa dovrebbero servire questi nuovi valori che per altro sono già ufficiali attraverso le rilevazioni di un ufficio apposito della agenzia, l’Osservatorio del Mercato Immobiliare – OMI?” Conclude Il think tank: “Si vuole piuttosto rispondere all’invito della Commissione europea ad aumentare l’imposizione fiscale sulla casa”.
Secondo uno studio di Lettera150, l’aggiornamento ai prezzi di mercato dei valori catastali triplicherà in media il carico fiscale sugli immobili. “Ciò determinerebbe per la maggior parte degli italiani appartenente alle classi media e medio bassa, l’impossibilità di sostenere il peso del mantenimento dell’immobile, con la conseguenza di costringerli a privarsene a favore delle grandi società di real estate e quindi della speculazione finanziaria”. Denuncia Lettera150: “La riforma del catasto è il prodromo della estensione dell’IMU anche alla casa di abitazione come richiesto contestualmente dalla Commissione europea ”
“Un così pesante aumento della imposizione fiscale sugli immobili”,
avverte inoltre Lettera150 “sarebbe in palese violazione dell’art. 47 della Costituzione che impone alla Repubblica di tutelare il risparmio e in particolare quello per accedere alla proprietà dell’abitazione”.
“Un aumento della tassazione sugli immobili sarebbe infine iniqua” conclude il think tank “perché:
- Già oggi è superiore alla media dei Paesi Ocse: 6,1% contro 5,5%, in Germania è al 2,7%
- L’investimento in beni immobili è attualmente più tassato degli investimenti in beni mobili. A Milano il capitale investito in immobili paga il 108% in più dello stesso capitale investito in mobili, a Roma il 264% in più, a Napoli il 151% in più, a Firenze il 154% in più.
- L’introduzione dell’Imu ha portato un calo consistente dei consumi da parte delle famiglie italiane.
- Secondo la teoria del ciclo vitale del premio Nobel Modigliani il consumo di un individuo dipende dal valore attuale della sua ricchezza personale e dai guadagni acquisiti bel corso della vita.
- Uno studio Ocse ha dimostrato che non è economicamente sostenibile che si aumenti l’imposizione sugli immobili quando la imposizione sui redditi e sui trasferimenti di ricchezza è alta”.
Lettera150 auspica pertanto “che il governo abbia la saggezza di stralciare l’articolo 6 della legge sulla delega fiscale”.
Draghi sta facendo il “Bene” per l’Italia e per gli italiani?