Giuliana Mazzoni, Ordinaria di Psicologia generale, università La Sapienza
Che cosa potrebbe e dovrebbe essere la festa della Repubblica Italiana? Dovrebbe essere una vera festa di tutti noi, cittadini, che della repubblica siamo i soggetti primi e ne rappresentiamo il corpo piu’ importante, noi cittadini che celebriamo con coscienza e orgoglio noi stessi e gli aspetti migliori del nostro paese.
Dopo molti anni passati all’estero e due anni di pandemia, quest’anno ho per la prima volta assistito alla parata del 2 Giugno ai Fori imperiali. Una parata organizzata dal ministero della difesa in cui sfilano in primo luogo le forze armate, le forze dell’ordine, e i corpi di volontari a loro supporto. Una parata quindi pensata come celebrazione di una repubblica democratica che esiste perchè protegge i propri confini. Ma un paese non esiste solo come entità territoriale con confini ben precisi che lo individuano rispetto ad altri paesi. Noi siamo un paese con una democrazia che ci auguriamo sia ormai solida, uscita vincitrice dalle fasi di fragilità che l’hanno caratterizzata dagli anni 70 del secolo scorso all’inizio di questo secolo. Siamo un paese la cui identità, pur formata dalle variegate caratteristiche di un territorio con storia, influenze e accenti molto diversi tra di loro, è specifica e ben distinguibile da quella di altri popoli. Siamo un paese di incredibile bellezza, che, sia pur con importanti problemi di gestione, presenta anche molteplici realtà di eccellenza e enormi potenzialità.
Chi dovrebbe allora sfilare alla parata del giugno? Propongo che sfilino tutti i rappresentanti dei servizi essenziali che rappresentano le forze fondamentali che permettono al paese vero, concreto e quotidiano, di andare avanti, talvolta (spesso?) anche indipendentemente o perfino nonostante la classe politica che viene piu’ o meno passivamente scelta. Faccio alcuni esempi. Parlo degli operatori del servizio sanitario, di cui abbiamo finalmente percepito la centralita’ grazie alla pandemia. E in effetti per la prima volta i rappresentanti degli operatori sanitari hanno fatto meritatamente parte della sfilata. Ma ci si può limitare solo a loro. Un servizio fondamentale in un paese è rappresentato dal sistema educativo, di ogni ordine e grado. Non è sufficiente che alcuni alunni che hanno svolto in modo meritevole un tema sulla relazione tra milite ignoto e cittadini italiani presentino il loro elaborato al presidente della repubblica. Il sistema educativo è infinitamente più di questo, e ha il diritto di essere rappresentato adeguatamente alla parata che ufficialmente festeggia il nostro paese e la nostra repubblica. Rischiando una banale riproposta di un concetto fondamentale ma troppo spesso usato e quindi svilito della sua portata e del suo valore, il futuro del nostro paese e’ basato sulla qualità del sistema di formazione dei giovani, da questo non si prescinde. E quindi la festa della repubblica dovrebbe essere una festa delle realtà migliori di questo servizio così cruciale per la nostra società. E quali altri i servizi essenziali? Anche di questi ci siamo resi conto durante la pandemia. l servizi postali, e forse ancor più i servizi di pulizia e igiene ambientale, che in alcune realtà come quella romana non sempre mostrano la loro faccia migliore. Ancora, i servizi di trasporto, treni, autobus, metropolitane, e poi i molti servizi amministrativi, che dovrebbero essere efficientemente al servizio del cittadino, e non viceversa. Rappresentanti di realtà amministrative ben funzionanti a mio avviso dovrebbero essere presenti alla parata non solo come aspetto premiale, ma proprio per mostrare a tutti che, nonostante il diffuso lassismo, queste realtà esistono, e sono più frequenti di quanto non pensiamo. Senza di loro non si adrebbe avanti. Riconosciamo allora il loro ruolo e la loro funzione positiva e indispensabile per il funzionamento del nostro paese. Infine, ma dico infine solo perchè butto giù questo scritto di getto, il mondo della ricerca e innovazione. Ricerca e innovazione in tutti i settori. L’Italia ha realtà superlative, di cui giustamente andare ben orgogliosi, ma anche moltissime realtà meno superlative che però sono produttive creative e innovatrici. E ben funzionanti, nonostante la scarsità dei fondi. Tra queste proporrei di dare particolare risalto alle realtà che portano avanti ricerca relativa ai temi di sostenibilità ambientale, che rappresentano la possibilità di concreta sopravvivenza di tutti noi nel futuro prossimo. Come ultimo punto, propongo di riconoscere il ruolo capillare e molto efficace delle associazioni di volontariato, che sono moltissime in Italia, secondo una breve ricerca online circa 45mila, che hanno un ruolo fondamentale per il funzionamento di molti servizi al cittadino altrimenti inefficienti o non esistenti, e che in qualche modo garantiscono il benessere di tutti noi. Associazioni di assistenza ai disabili, ai carcerati, agli immigranti, associazioni ambientaliste, associazioni di coesione sociale e di gestione del disagio, e molte altre. La loro esistenza nel nostro paese rivela un corpo numerosissimo di cittadini attivi, impegnati e desiderosi di spendersi per il bene comune. Come non celebrare la loro esistenza e la loro funzione in una festa della repubblica?
Si potrebbe obiettare che già sfilano i rappresentanti del servizio di protezione civile, che ha un ruolo fondamentale per la nostra società, così come sfilano i rappresentanti di noi cittadini tutti, ossia i sindaci dei circa 8000 comuni del nostro paese. Ma questo non è sufficiente. Diversamente da altri paesi, il rapporto tra cittadino e sindaco praticamente non esiste, cosi’ come non esiste il rapporto tra cittadino che elegge un suo rappresentante politico e il rappresentante eletto. Appartengono, in Italia, a due mondi, mentalità e livelli che viaggiano in modo parallelo e non si toccano. In altri paese invece i politici tengono settimanalmente una giornata in cui i cittadini della circoscrizione in cui sono stati eletti possono chiedere chiarimenti, presentare petizioni, fare presenti problemi di vita quotidiana sia personale che esistenti nella circoscrizione. Il singolo cittadino non solo viene ascoltato, viene aggiornato personalmente via email o lettera o telefonata, in tempi molto ravvicinati, sui piani e i progressi messi in atto dal loro rappresentante politico per risolvere il problema. In queste realtà è meno forte, storicamente, la diffidenza del cittadino nei confronti della classe politica, e questo è un bene e una garanzia di un paese solidamente democratico.
Auspico fortemente un cambio di rotta nel rapporto tra cittadino e paese, e tra cittadino e suoi rappresentanti politici. Un segnale di avvio di questo cambiamento potrebbe essere proprio rappresentato dalla volontà politica, espressa in modo chiaro e pubblico, di includere nella parata del 2 Giugno le molteplici realtà positive e attive e propositive presenti nel nostro paese.
Tutti conosciamo il primo articolo della costituzione che recita:
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione
Ecco, propongo di ricordare il significato vero di questo articolo, e di celebrare questo significato anche, e forse in primo luogo, nel giorno in cui festeggiamo il fatto che siamo, proprio noi cittadini, il nucleo fondante e lo ‘zoccolo duro’ del nostro paese e della nostra repubblica.