di Antonio Fuccillo
Professore Ordinario, Dipartimento di Giurisprudenza
Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
La Costituzione viene spesso evocata durante la campagna elettorale dalle varie forze politiche. È un bene che non si perdano di vista gli obiettivi valoriali che costituiscono il fondamento istituzionale della nostra Repubblica. Alcuni recenti episodi di cronaca tuttavia costringono a rivedere le finalità per le quali la Carta stessa viene evocata, a volte a sproposito. La competizione elettorale è l’essenza della nostra democrazia ed è indice anche di una certa vitalità della politica: più aspra è infatti la contesa più intense sono le energie che i partiti profondono alla conquista del consenso. La Costituzione va quindi legittimamente evocata ogni qual volta si voglia richiamare la propria parte politica al perseguimento dei valori di cui la Carta è intrisa. Agitare invece il documento fondante della nostra Repubblica per aggredire gli avversari politici è in realtà violarne lo spirito. La campagna elettorale deve svolgersi nel pieno equilibrio del dibattito democratico che, nel rispetto delle differenze, non dovrebbe mai sfociare nelle accuse (rivolte agli avversari politici) di eversione dei valori costituzionali. Uno stato democratico fonda la sua stessa essenza sulla dialettica politica che deve svolgersi in un rispettoso confronto tra progetti, programmi e disegni istituzionali all’interno delle regole che la Carta detta quale base del nostro vivere civile. Ci si chiede spesso se la nostra sia davvero una democrazia matura. Le nostre istituzioni sono salde, la nostra Repubblica, grazie proprio alla Costituzione, è forte e non va messa in discussione per meri fini elettorali. La stabilità democratica è stata conquistata dal popolo italiano ed è sempre stata difesa da tutti gli organi costituzionali posti a presidio di ciò. Le aggressioni verbali, e purtroppo anche fisiche, che si registrano durante questa anomala campagna elettorale, non fanno onore alla Carta se evocata al solo scopo di tacciare gli avversari politici con l’accusa di eversione dell’ordine democratico.
Le forze politiche devono confrontarsi sottolineando le proprie differenze e la propria diversa visione del mondo e della società, ma non devono mai dimenticare che tra i loro primi doveri vi è la difesa di quell’ordine di valori disegnato in modo sapiente dai padri costituenti. Essi infatti vollero costruire la “casa comune” disegnando una democrazia parlamentare in modo da dare voce a qualsiasi opinione, idea e convinzione e dove alle minoranze spetta la delicata funzione di fungere da coscienza critica nei confronti delle decisioni della maggioranza. Il meraviglioso equilibrio istituzionale che la Costituzione repubblicana ci affida può tuttavia rivelarsi fragile, soprattutto se le forze politiche non si rispettano tra di loro. Ciò è necessario per osservare i protocolli costituzionali sui quali si fonda un corretto dibattito democratico. Si viola invece lo spirito della Carta ogni volta che si ritiene che solo una parte politica sia istituzionalmente leale ai suddetti valori costituzionali e perciò unica depositaria del ciò che è giusto. La Costituzione prevede volutamente il relativismo della politica ovviamente nel limite della intangibilità delle libertà, dei diritti e doveri dei cittadini e dell’impianto istituzionale così come regolato dalla medesima e ove dalla stessa ritenuto intangibile.
Ci si confronti aspramente dunque, ma senza disturbare la Costituzione al solo fine di spaventare il corpo elettorale evocando assurdi e infondati complotti istituzionali. Il voto è uno dei momenti supremi dell’esercizio delle libertà politiche dei cittadini e attraverso lo stesso i medesimi esprimono la loro approvazione al programma di un partito. Il Corpo Elettorale, com’è noto, è il principale tra gli organi costituzionali, è colui che si esprime sul chi dovrà guidare il Paese. Metterne a rischio l’autorità e l’autorevolezza è certamente contrario al disegno costituzionale.
Il sistema disegnato dai costituenti è tale da impedire a chiunque di intaccare i valori (sempre attuali) che costituiscono il vero cuore e l’essenza stessa della nostra democrazia. Il rispetto dell’avversario politico, delle opinioni degli altri e dell’altrui visione del mondo è parte essenziale di uno svolgimento ordinato della campagna elettorale in conformità all’equilibrio del disegno costituzionale. Non esistono demoni politici, ma solo soggetti che la pensano (legittimamente) in modo diverso dagli altri. Gli elettori scelgano secondo la loro idea sfruttando la libertà che la nostra Costituzione garantisce a tutti in modo eguale proprio perché ciascuno possa esprimersi senza il rischio di venir tacciato di minare alla nostra forma di stato o peggio ancora di essere fisicamente aggredito per la propria idea politica. L’attacco al gazebo della Lega a Marina di Carrara è esso sì un atto potenzialmente eversivo. Ci si confronti sul piano delle idee e si condanni senza appello qualsiasi forma di violenza sia essa fisica che verbale. Spetta alle forze politiche in campo di far sì che la competizione elettorale si svolga nell’equilibrio di quell’insieme di idee di libertà che costituiscono la base fondante di quel meraviglioso Documento al quale tutti noi dobbiamo osservanza e devozione. Rispettarne lo spirito significa anche non evocarne i contenuti a sproposito, avvelenando così il corretto dibattito democratico che costituisce l’essenza di una campagna elettorale degna di una democrazia matura che continui ad essere la “casa di tutti” fondata sulla Costituzione “più bella del mondo”.