Enzo Siviero
Rettore Università E Campus
L’esito devastante di due guerre fratricide tra Stati europei nel ‘900 ha indotto a formare l’Europa come unica entità organizzata, per avviare un processo di integrazione comune. Gli iniziali fini economici e sociali, pur con tutte le ben note difficoltà, hanno comunque consentito un periodo di pace quale mai nella nostra storia plurimillenaria si era verificato! Di ciò dobbiamo ringraziare i Padri Fondatori. E i giovani che oggi godono di questo straordinario beneficio non possono dimenticare un passato di guerra che tante macerie ha prodotto! Per questo il loro compito è salvaguardare questo bene prezioso e impegnarsi perché le attuali contingenze non ne vanifichino lo spirito iniziale.
Nei ricordi di adolescente il trattato di Roma è ancora vivo nei miei pensieri anche per le fittissime emozioni che mi ha dato! Personalmente sono sempre stato un convinto europeista, anche per una decisa influenza del mio cugino Rodolfo Siviero (lo 007 dell’Arte vero e proprio Monument Man del dopoguerra) che già aveva promosso con l’allora ministro Gaetano Martino una campagna di sensibilizzazione all’insegna della cultura “europea”. Ho poi toccato con mano che i giovani sanno tra loro dialogare a mente aperta ben più degli adulti. Nel 1965 ho avuto l’opportunità di passare ben quattro mesi in Germania per apprendervi il tedesco. E nei due mesi vissuti a Colonia ho potuto frequentare in una casa dello studente (Erasmus ante litteram…) un giovane tedesco che, nonostante le reciproche iniziali diffidenze, si è rivelato ben più “open mind” di quanto potessi immaginare. L’identità di vedute sulla necessità di ritrovare un sentiero comune europeo mi stupì non poco. Ed erano passati solo venti anni dalla fine della guerra, dove Italia e Germania ne erano uscite distrutte e di certo non in ottimi rapporti tra loro! La pace ha portato alla rinascita della Germania, al boom economico dell’Italia (da non dimenticare l’oscar della Lira, la nostra moneta! per la sua stabilità ) e, a seguire, alla caduta del Muro di Berlino. Ecco dunque il messaggio che mi sento di trasmettere ora a oltre mezzo secolo da quella mia straordinaria esperienza.
Il mondo è cambiato in meglio (anche se non sembra facile ammetterlo se non ricordando le disastrose condizioni del dopoguerra) anche grazie all’Unione Europea. Questo ha prodotto la lungimiranza dei nostri padri e dei nostri nonni! La mia generazione ha contribuito a fondarla. Ai giovani resta il compito non facile ma assolutamente necessario di rilanciarla nel migliore dei modi. Mi si creda! Ne vale la pena!