Rifiuti urbani: il caso del Lazio

L’Italia produce 30 milioni di ton/anno di RU e secondo il Rapporto ISPRA 2021 il problema rifiuti è irrisolto.

L’Italia produce una quantità di rifiuti pro capite in linea con la media UE di 502 kg/abitante. La pandemia non ha migliorato la situazione, si è avuto un calo della produzione di Rifiuti del -2,1% minore del calo degli indicatori socio-economici.

L’Italia è l’unico dei grandi Paesi della UE a non trattare tutti i rifiuti prodotti, infatti l’8% (2,5 milioni di tonnellate) non viene trattato; l’Italia manda in discarica il 23 % dei suoi rifiuti, contro l’1 % della Germania; il recupero di energia da rifiuti del 21 % è il più basso dei grandi Paesi UE.

IL LAZIO

Il Lazio produce 3 mil. di tonnellate di RU annui, dei quali il 27% viene inviato in altre regioni o all’estero, il Lazio produce più rifiuti pro capite della Lombardia.

La raccolta differenziata nel Lazio (52,5 % nel 2020) è inferiore all’obiettivo fissato del 65 % per il 31 dicembre 2012 dal D.Lgs. 152/2006 e dalla L. 296/2006

La Provincia di Roma ha la percentuale più bassa di raccolta differenziata.

I costi

La L. 205/2017 assegna all’ARERA il ruolo di controllo e regolazione in tema di rifiuti urbani, tra i quali la “predisposizione ed aggiornamento del metodo tariffario”.

L’ARERA con la Deliberazione 443/2019 ha adottato il Metodo Tariffario Rifiuti fissando i “criteri di riconoscimento dei costi efficienti di esercizio e di investimento del servizio” modificati con la Deliberazione 238/2020.

La determinazione del costo totale pro capite per kg di Rifiuto Urbano ha 17 parametri i più importanti sono:

La ripartizione percentuale è così espressa:

Il costo medio annuo pro capite è € 185,6 differenziato tra macro aree e regioni:

La macro area centro ha il costo è più elevato, il Lazio con 226,4 euro ha un costo superiore del 59% alla Lombardia.

La politica di gestione dei rifiuti nella Regione Lazio è fallimentare.

IL PRGR

Il Consiglio Regionale del Lazio, con la Deliberazione del Consiglio Regionale 5 agosto 2020, n. 4, ha adottato il PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA REGIONE

LAZIO con obiettivi ambiziosi, finalizzati al passaggio da una gestione dei rifiuti “lineare”, ad una gestione dei rifiuti “circolare” con una crescente riduzione della massa dei rifiuti da trattare con il riutilizzo dei rifiuti stessi.

Il PIANO prevede un incremento della Raccolta Differenziata dal 50% del 2020 al 70 % entro il 2025.

Non si prevedono nuovi termovalorizzatori rispetto a quello di San Vittore, gli altri 2 termovalorizzatori (Colleferro e in provincia di Roma) sono fermi da anni per “Revamping Strutturale”. Il piano prevede l’ammodernamento degli impianti di TMB (Trattamento Meccanico Biologico) con nuove tecnologie di gestione e trattamento dei rifiuti.

Il piano prevede la creazione di un compound industriale per il trattamento dei rifiuti. L’obiettivo è trattare nel Lazio tutti i rifiuti (nel 2017 il 25 % dei rifiuti erano inviati fuori della Regione e il 2 % all’estero).

A pag. 132 del PRGR è riportato: “verrà approvato un documento pluriennale di impegno di bilancio per il finanziamento delle attività previste nel PRGR”, non sono previste fonti di finanziamento autonomo degli investimenti.

LE POSSIBILI SOLUZIONI

L’Art. 10 Legge 16 maggio 1970 n. 281 e l’Art. 35 Legge 23 dicembre 1994 n. 724 consentono alle Regioni di emettere obbligazioni finalizzate agli investimenti.

La Regione Lazio potrebbe emettere un GREEN BOND destinata agli investimenti previsti dal PRGR , tale obbligazione entrerebbe nel circuito della FINANZA SOSTENIBILE, finanziando un ISR (Investimenti Socialmente Responsabili), con un mercato in forte crescita.

Gli ISR si basano sugli ESG (Environmental, Social and Governance) fattori determinanti nella valutazione di sostenibilità in termini qualitativi e quantitativi dell’investimento, Il mercato mondiale degli strumenti finanziari ESG ha toccato nel 2021 la cifra di 4.000 mld di dollari

La UE ha elaborato il Green Bond Standard EUGBS: “uno standard volontario per aiutare a sviluppare e aumentare le ambizioni ambientali del mercato delle obbligazioni verdi”

IL PNRR

Il PNRR è una importante risorsa per le Regioni, la missione M2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” ha le maggiori risorse per ca’. 70 miliardi di euro.

Le componenti della missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” sono:

Alla “Agricoltura sostenibile e economia circolare” sono assegnati 7 miliardi di euro, dei quali con il D.M. MITE il 14 ottobre 2021 sono previsti:

INVESTIMENTO 1.1

La M2C1 del PNRR prevede l’investimento 1.1 (1,5 mld) per gli Enti Locali, per realizzare nuovi impianti di gestione rifiuti, rimodernare gli impianti esistenti e creare sistemi efficienti di gestione dei rifiuti.

INVESTIMENTO 1.2

L’Investimento 1.2 “Progetti faro” prevede 600 milioni di euro per i privati, per la realizzazione di progetti innovativi di economia circolare; l’obiettivo è implementare gli impianti di trattamento/riciclo con precisi target a seconda delle tipologie di rifiuti.

La M2C1 del PNRR cerca la piena sostenibilità ambientale per “una economia più competitiva ed inclusiva …. riducendo gli impatti ambientali” nel rispetto dei principi del “Pacchetto Economia Circolare”, adottato dall’Italia a settembre 2020, con gli obiettivi del 65% di riciclo dei rifiuti urbani e del limite del loro smaltimento in discarica del 10 % entro il 2035.

Utilizzando i meccanismi finanziari previsti dagli ESG e le risorse del PNRR, sarà possibile per l’Italia raggiungere gli obiettivi nella gestione dei Rifiuti.

Giampaolo Bassi Professore a contratto di Diritto Tributario
Facoltà di Economia, Università eCampus

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