Raffaele Fiume
Ordinario di economia aziendale, Università degli studi di Napoli “Parthenope”
La discussione innescata dagli accadimenti del liceo Tasso di Roma può essere occasione per un passo avanti nel rapporto tra lo Stato e le famiglie, tra le istituzioni e le comunità scolastiche.
Centosettanta studenti hanno occupato la scuola, impedendo la didattica e provocando danneggiamenti. Le sanzioni irrogate, secondo alcuni, sarebbero antidemocratiche e repressive.
Invocare grandi ideali per giustificare piccoli comportamenti serve solo a buttarla in caciara per strumentalizzazione ideologica.
Democrazia è diritto di esprimere le proprie idee, diritto di manifestare, diritto di informarsi, diritto di riunirsi; è anche diritto di accesso paritario ai servizi pubblici e alle occasioni di crescita, formazione ed espressione della persona umana. Non è diritto di una minoranza, più o meno numerosa, di negare diritti alla maggioranza. Perché la democrazia è voto e nel voto conta anche la rappresentatività delle istanze.
L’Italia è una democrazia liberale. Significa che alcuni diritti, per fortuna, non sono disponibili neanche alla maggioranza. Sono tutti i diritti essenziali della comunità dei cittadini, garantiti dal diritto internazionale o dalla costituzione. Diritti della collettività considerati prevalenti sulle istanze di sue componenti. Così, il diritto di sciopero è garantito a tutti i lavoratori, ma per alcune categorie di questi (dipendenti dei servizi pubblici, forze di polizia, etc.) trova delle limitazioni a garanzia dei diritti degli altri cittadini.
Atro è manifestare le proprie idee, voler discutere, dissentire anche con forza, altro è “occupare” la scuola impedendole di funzionare.
E, soprattutto, altro è danneggiarla.
Danneggiare una scuola è danneggiare un patrimonio pubblico, pagato da tutti i contribuenti a vantaggio di tutti. E’ reato punito con la reclusione fino a tre anni.
Danneggiare la scuola è anche danneggiare i luoghi in cui vive la comunità scolastica, che è comunità formativa, che forma i cittadini anche attraverso la responsabilità reciproca. L’irrogazione di sanzioni all’interno della dinamica scolastica indica proprio la strada della corresponsabilità nella vita, attraverso provvedimenti assai più blandi di quelli previsti dal codice penale. Il rispetto delle regole si impara anche sopportando le sanzioni in caso di trasgressione: è il comportamento dei cittadini maturi.
Bene ha fatto, allora, il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara a sottolineare la centralità del rispetto delle regole nella scuola pubblica, perché è nel rispetto delle regole che si dispiegano le democrazie liberali, mentre i diritti generici delle masse sono in genere invocati dai regimi totalitari.