Riccardo de Caria
La rivista internazionale Journal of Law, Market & Innovation, pubblicata dall’Università di Torino, nel numero 2/2024 ha dedicato una sezione speciale alla regolamentazione dei droni a uso civile, analizzando il tema da una prospettiva comparativa e multidisciplinare. Questa analisi copre questioni legate al diritto, all’economia e alle tecnologie emergenti, con particolare attenzione alle sfide legate alla sicurezza, alla privacy, alla concorrenza e all’innovazione tecnologica (gli articoli in questione sono stati scritti da Aurelien Portuese, Andrea Parziale, Floriana Granieri e Mitja Kovac; se ne condensano qui alcuni punti essenziali).
I droni civili come fenomeno tecnologico e sociale
I droni civili, o velivoli a pilotaggio remoto (UAVs, Unmanned Aerial Vehicles), sono stati inizialmente sviluppati per scopi militari, ma negli ultimi anni hanno trovato applicazione in settori civili, grazie ai progressi nella tecnologia delle telecomunicazioni, nei sensori e nei sistemi di controllo remoto. Le applicazioni spaziano dalla fotografia professionale alle ispezioni infrastrutturali, dall’agricoltura di precisione ai servizi di sicurezza.
Con la diffusione dei droni a livello commerciale e ricreativo, è emersa la necessità di un quadro normativo chiaro e omogeneo. Paesi come il Regno Unito e gli Stati Uniti sono stati tra i primi a introdurre modifiche ai codici di navigazione aerea, ponendo l’accento sulla sicurezza operativa attraverso registrazioni obbligatorie, licenze per i piloti e coperture assicurative. Tuttavia, l’uso sempre più capillare dei droni ha sollevato nuove problematiche legali e sociali, come la protezione della privacy e i diritti di proprietà.
Le sfide legali e regolatorie
Il crescente utilizzo dei droni pone questioni complesse relative alla regolamentazione. Tra le principali sfide emergono:
- Proprietà dello spazio aereo: Qualsiasi drone che vola sopra una proprietà sfida il concetto tradizionale di proprietà esclusiva. In molti ordinamenti, il diritto aereo deve essere bilanciato con i diritti dei proprietari terrieri.
- Privacy: I droni dotati di telecamere e sensori avanzati possono rappresentare una minaccia per la privacy individuale, soprattutto in aree urbane densamente popolate.
- Sicurezza: L’aumento del numero di droni in spazi aerei già congestionati rende cruciale garantire operazioni sicure, evitando collisioni con altri velivoli e proteggendo infrastrutture critiche.
- Responsabilità civile: È necessario stabilire regole chiare per determinare le responsabilità in caso di danni causati da droni, sia alle persone che alle proprietà.
Il quadro normativo europeo
L’Unione Europea ha adottato un approccio uniforme alla regolamentazione dei droni attraverso l’Agenzia dell’Unione Europea per la Sicurezza Aerea (EASA). Le normative europee si caratterizzano per un approccio precauzionale, che mira a bilanciare sicurezza, privacy e promozione dell’innovazione tecnologica.
Tra gli elementi chiave della regolamentazione europea:
- Licenze e registrazioni: Tutti i droni sopra un certo peso devono essere registrati, e i piloti devono ottenere una licenza attraverso test teorici e pratici.
- Classificazione dei droni: I droni sono suddivisi in categorie in base al peso, all’uso previsto e al livello di rischio, con requisiti specifici per ogni categoria.
- Privacy e protezione dei dati: Le normative enfatizzano la necessità di rispettare il GDPR, garantendo che i dati raccolti dai droni siano trattati in modo conforme.
- Integrazione nello spazio aereo: L’EASA promuove la creazione di un “U-Space”, un ecosistema digitale che consenta la gestione sicura e automatizzata dei droni nello spazio aereo europeo.
La regolamentazione negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti, la Federal Aviation Administration (FAA) è l’autorità principale responsabile della regolamentazione dei droni. L’approccio statunitense si basa su un modello più frammentato, caratterizzato da una combinazione di regolamentazione ex-ante e enforcement ex-post.
Tra le caratteristiche principali:
- Permessi e restrizioni: La FAA richiede permessi specifici per operazioni commerciali, mentre l’uso ricreativo è soggetto a regole meno stringenti.
- Innovazione tecnologica: La regolamentazione statunitense, a differenza di quella europea, è percepita come meno favorevole all’innovazione. Ad esempio, aziende come Amazon hanno scelto di testare i loro droni per le consegne in altri Paesi a causa di ostacoli normativi negli Stati Uniti.
- Concorrenza e antitrust: Il mercato statunitense è dominato da DJI, un produttore cinese che detiene oltre il 70% del mercato. Questo ha sollevato preoccupazioni relative alla sicurezza nazionale e alla concorrenza, con accuse di pratiche predatorie da parte di concorrenti come Autel Robotics.
Privacy e cybersecurity: una sfida globale
Come accennato, un tema trasversale alla regolamentazione dei droni è la protezione della privacy e la sicurezza cibernetica. I droni raccolgono grandi quantità di dati attraverso sensori e telecamere, aumentando il rischio di violazioni della privacy e di attacchi informatici.
A livello globale, le normative devono affrontare questioni come:
- Monitoraggio e sorveglianza: È necessario prevenire l’uso improprio dei droni per attività di sorveglianza non autorizzata.
- Protezione contro gli attacchi hacker: I droni connessi a reti digitali possono essere vulnerabili a cyberattacchi, con potenziali implicazioni per la sicurezza nazionale.
- Standard internazionali: La mancanza di standard globali uniformi crea incertezze per i produttori e gli operatori di droni che operano in più giurisdizioni.
6. Verso un futuro con droni autonomi e per il trasporto umano
Il futuro dei droni si prospetta sempre più avanzato, con lo sviluppo di tecnologie per droni autonomi e per il trasporto umano. Questi sviluppi pongono sfide normative ancora più complesse, che includono:
- Sicurezza operativa: Garantire che i droni autonomi possano operare in modo sicuro in spazi aerei condivisi.
- Etica e responsabilità: Definire chi è responsabile in caso di incidenti che coinvolgono droni autonomi.
- Accettazione sociale: Superare le resistenze del pubblico verso l’uso di droni per il trasporto umano, spesso percepiti come poco sicuri.
Conclusioni: un equilibrio tra innovazione e regolamentazione
Il dibattito sulla regolamentazione dei droni civili riflette un equilibrio delicato tra la necessità di promuovere l’innovazione tecnologica e quella di proteggere i diritti individuali e l’interesse pubblico.
L’Unione europea si distingue per un approccio più strutturato e uniforme, che favorisce la competitività e l’innovazione, mentre gli Stati Uniti adottano un modello più frammentato, che privilegia la sicurezza ma può ostacolare lo sviluppo tecnologico.
A livello globale, emerge la necessità di una maggiore cooperazione internazionale per armonizzare le normative, stabilire standard comuni e affrontare le sfide emergenti legate ai droni autonomi e al trasporto umano. Il successo di questo equilibrio dipenderà dalla capacità di bilanciare regolamentazione e flessibilità, garantendo al contempo la sicurezza e la tutela dei diritti fondamentali.
Riccardo de Caria