Cellulari, la sfida di Valditara: riscoprire la propria umanità

Simona M. Manca, Avvocato esperto in diritto scolastico e docente

La rivoluzione informatica e tecnologica che ci ha travolto negli ultimi 40 anni è iniziata come un vento leggero fresco e rigenerante che ci ha fatto sentire ed essere free, smart, digital, in due parole “liberi e contemporanei”. Ma il vento si è ora trasformato in un ciclone e noi siamo al centro. Quando la forza si placherà noi saremo diventati “altro” grazie all’intelligenza artificiale, che tutto moltiplica, sostituisce, trasforma.
Nel ciclone purtroppo ci sono anche i bambini e gli adolescenti che, travolti e storditi da milioni di informazioni, anche inutili, dannose e pericolose, hanno maturato una nuova tossico-dipendenza, quella dallo smartphone. Non riescono più a liberarsene, nemmeno per svolgere le loro funzioni vitali, e spesso nella generale indifferenza dei genitori. Nemmeno a scuola, in quel luogo-comunità che quotidianamente si impegna per la loro crescita e li educa a diventare uomini.
E mentre qualcuno issa fuori dai cancelli scolastici la bandiera della necessità di educare i giovani ad un uso responsabile della tecnologia non limitando l’uso del cellulare in classe, è fondamentale acquisire la consapevolezza che l’abuso degli smartphone durante le lezioni è diventato un problema sociale grave.
Il rapporto OCSE Pisa 2022 Learning during – and from- disruption mette in evidenza come l’uso continuo e ingiustificato degli smartphone durante le lezioni non sia solo fonte di distrazione, ma anche causa di disturbi dell’attenzione e, nei bambini e adolescenti, e come incida sul naturale sviluppo cognitivo determinando perdita di concentrazione e memoria, diminuzione della capacità dialettica, dello spirito critico, e dell’adattabilità.
Dinanzi a questa evidenza scientifica la politica, intesa come impegno per la realizzazione del bene comune, con il Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, non è stata a guardare.
La politica deve intercettare e registrare i bisogni dei cittadini, le opportunità di crescita per essi, ma anche i loro problemi, e deve elaborare sistemi di prevenzione e risoluzione delle criticità. E questo è ciò che il Ministero ha fatto con le circolari n. 107190 del 19.12.2022 e n. 5274 dell’11.7.24.
Nella prima, ha disposto un divieto generale dei telefonini cellulari in classe e consentito l’utilizzo di tali dispositivi solo come strumenti compensativi previsti dalla normativa vigente e per finalità inclusive, didattiche e formative, anche nel quadro del Piano Nazionale Scuola Digitale e degli obiettivi della c.d. “cittadinanza digitale” di cui all’art. 5 L. 25 agosto 2019, n. 92. Con la circolare il Ministero ha invitato i Dirigenti Scolastici ad operare le necessarie integrazioni dei regolamenti delle rispettive istituzioni scolastiche e dei patti di corresponsabilità educativa, per contrastare utilizzi impropri o non consentiti dei dispositivi suindicati.
Con la seconda circolare, dato l’aggravarsi del problema, ha disposto il divieto assoluto dell’utilizzo dello smartphone, anche per motivi educativi e didattici, nelle scuole dall’infanzia alla secondaria di primo grado, tranne nei casi in cui costituisca un supporto agli allievi con disabilità e disturbi specifici dell’apprendimento, e sia previsto dai Piani Educativi Individualizzati e dai Piani Didattici Personalizzati, ovvero nei casi di documentate e oggettive condizioni personali. Anche in questo caso alle disposizioni ha fatto seguito l’invito ai Dirigenti Scolastici ad adeguare la regolamentazione interna.
L’Italia è stata tra i primi Paesi europei ad intervenire sul problema, ed il Ministro Valditara sta lavorando affinché l’Europa si doti di norme comuni volte anche ad un cambiamento culturale.
La Francia sta sperimentando il divieto di uso dei cellulari a scuola per gli studenti fino ai 15 anni in 200 scuole ed il divieto generalizzato dovrebbe entrare in vigore nel 2025. In Belgio il divieto esiste solo per le scuole francofone. In Germania il divieto di utilizzo dei telefoni cellulari nelle scuole esiste in alcuni Länder e non a livello nazionale, poiché le scuole e l’istruzione sono di competenza degli Stati federali. In Gran Bretagna, il governo ha pubblicato nel 2024 delle linee – guida sull’uso dei cellulari sostanzialmente vietandoli, come pure in Spagna.
Insomma, l’Italia è avanti e ha fatto scuola, come del resto è all’avanguardia nella splendida normativa sui BES cucita su misura di ogni bisogno dei bambini e degli adolescenti. E cosa è il divieto dei cellulari in classe se non la risposta ad un bisogno speciale sociale?
Adesso tocca ai dirigenti scolastici e alle famiglie, perché non tutti i capi di istituto hanno adeguato i regolamenti scolastici alle circolari del Ministro dell’Istruzione e del Merito, oppure si rivelano eccessivamente tolleranti nei confronti delle trasgressioni del divieto, anche per via dell’ostracismo delle famiglie, che in molti casi ritengono l’utilizzo dello smartphone necessario per i propri figli anche a scuola.
È fondamentale comprendere, come è scritto nella C.M. n. 30/2007, che la scuola è un luogo di crescita civile e culturale, una comunità in cui ragazzi e adulti, docenti e genitori, concludono un’alleanza educativa fondamentale, non solo per individuare contenuti e competenze da acquisire, ma anche obiettivi e valori da trasmettere per costruire insieme identità, appartenenza, e responsabilità. Al raggiungimento di tali finalità la singola istituzione scolastica deve concertare, confrontarsi, costruire accordi, creare lo spazio in cui famiglie, studenti, operatori scolastici si ascoltano, assumono impegni e responsabilità, condividono un percorso di crescita umana e civile della persona.
Un’ educazione matura e consapevole dei giovani è il risultato di un progetto condiviso tra famiglia e scuola, con principi ed obiettivi chiari e con l’ideale di formare Uomini liberi.

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