Vincenzo Mannino, Professore emerito – Università Roma Tre
Nei giorni 12 e 13 febbraio si è svolta al Cairo la prima fiera educativa italiana all’estero, “Villaggio Italia”, nell’ambito del Memorandum d’Intesa firmato tra Italia ed Egitto per promuovere la conoscenza della lingua italiana, rafforzare la cooperazione educativa, promuovere la formazione tecnico-professionale, anche alla luce della recente riforma del modello del 4+2, coinvolgendo le ITS Academy. Azioni che puntano ad essere anche volano per il radicamento delle aziende italiane e per lo sviluppo di quelle locali. All’iniziativa ha partecipato una delegazione di Confindustria guidata dal suo Presidente, Emanuele Orsini, e rappresentata da più di 50 aziende attive in settori economici prioritari per l’Italia e l’Egitto.
L’obiettivo primario è stato spiegare a un pubblico specialistico e di giovani egiziani – con seminari, dibattiti e workshop – il modello del sistema formativo tecnico-professionale italiano, ivi compreso quello nuovo rappresentato dalla filiera tecnologica-professionale del c.d. 4+2, voluta fortemente dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, e già avviata in via sperimentale dall’anno scolastico 2024-2025. Si tratta di corsi di studio secondari quadriennali che assicurano il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento e delle competenze previsti dai corsi quinquennali degli attuali ordinamenti, consentendo, però, di conseguire in anticipo di un anno un diploma di istruzione secondaria di secondo grado qualificato dal consolidamento di esperienze on the job, dal potenziamento delle conoscenze proprie delle discipline STEM e delle competenze trasversali, dalla didattica laboratoriale, dal coinvolgimento di docenti esperti provenienti dal mondo del lavoro e dall’immersione in processi di internazionalizzazione. Al termine del quadriennio, come per i corsi quinquennali, sarà possibile accedere direttamente al mondo del lavoro e delle professioni, proseguire il percorso in un ITS Academy di specializzazione professionale, ma anche iscriversi ai percorsi universitari o accedere direttamente al mondo del lavoro. La filiera è assai promettente. Non a caso il numero delle adesioni alla sperimentazione da parte delle scuole e degli studenti per il prossimo anno scolastico 2025-2026 ha registrato un significativo aumento. Non è azzardato affermare che anche questa innovazione, come i corsi più tradizionali, possa incontrare il gradimento del mondo egiziano. “Villaggio Italia” punta a mettere in rete all’estero le migliori pratiche di un sistema educativo che formi competenze adeguate alle esigenze del mercato del lavoro e del sistema produttivo egiziano ma anche italiano. In questa prospettiva, è importante che l’iniziativa, svoltasi con il coinvolgimento organizzativo anche dell’Ambasciata italiana, dell’Istituto Salesiano Don Bosco, del Ministero dell’Istruzione egiziano e della Federazione delle imprese egiziane, abbia già trovato sicuro apprezzamento da parte delle istituzioni scolastiche e del mondo imprenditoriale locali.
“Villaggio Italia” si è caratterizzato per la presenza di stand espositivi e per lo svolgimento di workshop dedicati a studenti e a docenti egiziani, alla lingua italiana, alla struttura degli ITS nelle loro diverse declinazioni, alle soft skills e all’educazione finanziaria. Si è insistito sull’importanza di un sistema scolastico che sappia coniugare il momento educativo con il momento della produzione, la diplomazia della scuola con la diplomazia d’impresa, in sintonia con il Piano Mattei per l’Africa che individua tra i suoi interventi proprio quello dell’istruzione e della formazione professionale. In Egitto, ma anche in altri Paesi africani. Non a caso il Ministro Valditara ha annunciato al Cairo di volere replicare l’esperienza della fiera educativa “Villaggio Italia” nei Paesi del continente africano indicati dal Piano Mattei, a cominciare da quelli con cui il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha firmato nel 2024 Memorandum d’Intesa simili a quello con l’Egitto. La scelta dà evidente centralità all’avvio di un sempre più incisivo processo di internazionalizzazione della scuola italiana nella consapevolezza che rappresenti una priorità strategica per l’Africa e per l’Italia.
Il Ministro Valditara ha avviato in poco più di due anni un incisivo processo riformatore che ha investito molteplici aspetti della scuola italiana. In ogni caso, proprio lo sforzo per l’internazionalizzazione della scuola italiana mi sembra che esalti la profondità del processo riformatore e il suo ampio respiro. Quanto meno, per tre ordini di motivi.
Innanzi tutto, la diffusione fra i giovani dell’Africa di competenze all’avanguardia, l’offerta di un’istruzione tecnica superiore di alta qualità preparandoli all’inserimento nel mondo del lavoro si prospetta promettente sia per il continente africano sia per l’Italia. Per l’Africa, perché sfugge al residuare di quello che viene avvertito in quel continente come una strisciante forma di colonialismo di ritorno. Infatti, in Africa si rifiuta giustamente la mera diffusione dell’istruzione nel continente per vederlo poi impoverito della sua componente più giovane a causa della successiva emigrazione per mancanza di sbocchi professionali in loco. Diverso, invece, risulta l’atteggiamento rispetto a un programma integrato come quello previsto dal processo avviato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito nell’ambito del Piano Mattei, finalizzato proprio allo sviluppo di un mercato del lavoro e di un sistema produttivo integrato tra Paesi africani e Italia. L’iniziativa del “Villaggio Italia” in Egitto e presto in altri Paesi dell’Africa dà una risposta importante alla richiesta africana e qualifica in positivo per la sua lungimiranza la strategia del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
In secondo luogo, è logico supporre che lo sviluppo di un mercato del lavoro e di un sistema produttivo integrato tra Paesi africani e Italia possa contribuire a dare una risposta strutturata, credibile e soddisfacente alle complesse questioni legate al fenomeno migratorio. Nella sostanza, siffatto sviluppo aggredisce la migrazione illegale per come è ora segnata da sfruttamento dei migranti e dal determinarsi di diffusa insicurezza per i cittadini in Italia, causata dalla mancata integrazione dei nuovi arrivati per l’assenza delle conoscenze professionali e linguistiche di base perché possa realizzarsi in modo soddisfacente per tutti. Insomma, la scelta compiuta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, di cui l’iniziativa del “Villaggio Italia” rappresenta un primo importante passaggio, dà un contributo alla necessità di governare i flussi migratori provenienti dall’Africa.
Infine, non privo di rilievo appare il positivo effetto indotto dall’avvio di un processo di internazionalizzazione della scuola con le caratteristiche fin qui evidenziate. I docenti italiani sono stati per anni colpiti da un deprimente svilimento reputazionale. Ciò si è verificato nei decenni post “68”, che hanno finito per annullare il ruolo decisivo della scuola per lo sviluppo del nostro Paese. Si è perseguito uno egualitarismo squalificato nei contenuti. La scuola è divenuta una sorta di indistinto contenitore. Il “successo” in negativo di questo processo si radica nella primazia assolutizzante riconosciuta al collettivo, con la compressione del ruolo centrale della persona come declamato dalla Costituzione italiana. I riflessi di siffatta prospettiva sono stati devastanti. Il ruolo della scuola come “ascensore sociale” è uscito di scena. Si è dimenticato che la scuola deve aiutare i giovani a scoprire i propri talenti. Si è offuscata la connessione della scuola con il mondo del lavoro. La stessa lezione gramsciana che voleva assegnare alla serietà e profondità dello studio un ruolo centrale e rivoluzionario nella formazione dei giovani e nella loro realizzazione è stata messa in soffitta. Lo sforzo compiuto dal Ministro Valditara è palesemente rivolto al ribaltamento di questa prospettiva deteriore per i giovani e vuole nel contempo ridare un senso alla professione docente. Riconosce ai docenti un ruolo fondamentale nello sviluppo della società italiana. Con l’evento al Cairo questa funzione essenziale vede allargarsi il suo manifestarsi entro l’orizzonte nazionale e l’effetto non potrà non accrescere la motivazione dei docenti, facendoli sentire partecipi di un processo di ampio respiro e di ampie dimensioni.