(ANSA) – ROMA, 27 APR – L’utilizzo delle mascherine deve essere obbligatorio per chiunque abbia contatti sociali, con sanzioni in caso di inosservanza; l’accesso di massa ha un prezzo, ma l’alternativa, potenziale disastro economico conseguente al perdurare dell’epidemia – è significativamente più costosa. E’ la posizione espressa in un documento di “Lettera 150”, il gruppo che riunisce i 150 ricercatori firmatari dell’appello a favore della riapertura rapida in sicurezza dopo il lockdown, coordinato dal giurista Giuseppe Valditara, dell’Università di Torino. Tra i firmatari l’infettivologo Andrea Crisant dell’Università di Padova, il cardiologo Gianluigi Condorelli dell’Humanitas, il genetista Paolo Gasparini dell’ospedale Burlo Garofolo di Trieste, Mariapia Pedeferri del Politecnico di Milano.
Secondo gli esperti “occorre una massiccia campagna di informazione” sul corretto impego delle mascherine” e nello stesso tempo informare che “mezzi di protezione artigianali come sciarpe o foulard non sono adeguatamente efficaci”; i prezzi “devono essere calmierati” e le mascherine vanno distribuite in modo capillare dalle regioni e gratuitamente ai cittadini non abbienti.
E’ perciò “essenziale” garantire la “capillare distribuzione” delle mascherine “in farmacie e in altri esercizi commerciali”. Quanto ai costi, gli esperti rilevano che “l’accesso di massa alle maschere ha un prezzo, tuttavia bisogna prima considerare che l’alternativa – potenziale disastro economico conseguente al perdurare dell’epidemia – è significativamente più costosa”.
Gli esperti indicano inoltre che le mascherine possono avere un ruolo importante nel portare
il numero medio di persone che vengono infettate da un malato (R0) al di sotto di 1 e a questo proposito osservano che quelle chirurgiche prevengono la contaminazione verso l’esterno (riducendo il rischio di contagio da parte di persone infette asintomatiche), mentre le FFP2 ed FFP3, proteggono anche chi le porta. Alla luce di queste considerazioni l’uso di massa delle mascherine “può certamente servire come mezzo di controllo per ridurre la diffusione dell’infezione nella comunità”. Si tratta, si rileva nel documento, di “una misura complementare e non sostitutiva di altre misure preventive come il distanziamento fisico, l’igiene respiratoria (tossire o starnutire in un fazzoletto monouso o nella piega del gomito), l’igiene meticolosa delle mani e l’evitare di toccarsi con le mani il viso, il naso, gli occhi e la bocca”.