“Bene la transizione ecologica, ma allo stesso tempo è assolutamente necessario tutelare le aziende e il lavoro e considerare che oggi la produzione delle batterie e delle terre rare vede una posizione egemone della Cina. Per questo occorre prevedere investimenti per la riconversione delle nostre industrie della componentistica, delle filiere dei motori diesel e a benzina e per la riqualificazione dei lavoratori. Non pensare ad una produzione europea significa paradossalmente aumentare l’emissione di Co2”. Lo sostengono i professori Emanuela Colombo, Franco Cotana, Fiorella Lunardon, Francesco Manfredi, Maurizio Masi, Marco Ricotti, del think tank Lettera150, dopo il voto di Strasburgo che mette al bando le auto diesel e benzina dal 2035. Proprio per questo gli accademici confermano “l’apprezzamento” per l’approccio “costruttivo, ragionevole e concreto che il Senatore SALVINI ha evidenziato nella lettera aperta al quotidiano La Stampa” e nella quale il segretario della Lega ha evidenziato i rischi per l’Europa derivati dal sì del Parlamento europeo al pacchetto “Fit for 55”.