Francesco Manfredi
Ordinario di Economia aziendale e prorettore Università Lum
La discussione sulla proposta di legge di bilancio presentata dal governo sarà infarcita, dalle opposizioni e non solo, di recriminazioni populiste e di mirabolanti promesse alternative, leggasi ulteriore debito pubblico, per salvare il Paese da chi lo vorrebbe, secondo loro, immiserire.
È peraltro opportuno ricordare che coloro che hanno già iniziato a manifestare contro la proposta del governo sono gli stessi che hanno creato buona parte dei problemi che vediamo oggi e che sono comunque riusciti a fare peggio negli ultimi dieci anni, basti pensare ai tagli fatti al sistema sociale e sanitario.
A fronte di una situazione internazionale più che problematica, e che potrebbe ancora peggiorare, di un costo del denaro e di un’instabilità dei mercati anche finanziari che rende particolarmente oneroso e rischioso un ulteriore ricorso all’indebitamento, dei costi da sostenere per le scelte folli del passato come i vari bonus, superbonus, reddito di cittadinanza, la strada della prudenza è oggi saggia e responsabile per non dire necessaria.
Saggio e responsabile è anche voler utilizzare al meglio le tante risorse già a disposizione invece di moltiplicare in modo irresponsabile le fonti di spesa che, come abbiamo visto anche nel recente passato, si trasformano facilmente in fonti di sprechi.
Faccio riferimento, innanzitutto, alle risorse del PNRR. Nel 2023 ne sono state allocate o ne verranno allocate per 35 miliardi di euro, ciò significa che sono già in gioco 85 miliardi, destinati a superare i 100 con l’arrivo della quarta tranche di fine anno.
A queste si aggiungono le risorse provenienti dalla nuova programmazione europea e quelle residue dalla precedente, per un totale di circa 20 miliardi.
Ribadisco quanto sembrava provocatorio due anni fa ma che oggi è un dato di fatto: abbiamo risorse sufficienti per contribuire ad alleviare le condizioni di disagio delle fasce più deboli e per sostenere l’economia, che è il massimo che si possa fare, perché solo un folle, nelle attuali condizioni macroeconomche e geopolitiche, può (stra)parlare di perseguire un significativo sviluppo economico.
Il nodo cruciale è piuttosto quello di impiegare i fondi disponibili con tempestività ed efficacia.
Questa stessa posizione è stata rappresentata anche dal Presidente della Corte dei Conti che, in un’audizione parlamentare sulla manovra, ha sottolineato l’importanza di tali risorse per la crescita del Paese in una permanente situazione di difficile congiuntura economica e sociale e la necessità di garantire una tempestiva e completa attuazione dei progetti.
Banca d’Italia, dal canto suo, sottolinea l’importanza della conferma del taglio al cuneo fiscale e della revisione degli scaglioni Irpef che contribuiscono ad aumentare il reddito disponibile del 75% delle famiglie italiane
Per quanto riguarda il supporto alle imprese e all’occupazione, oltre alle risorse menzionate in precedenza, vi sono ulteriori misure sul tavolo, viene confermata la riduzione del carico fiscale sulle aziende, introdotta la possibilità di agevolazioni fiscali per le donne lavoratrici con figli a carico, la detassazione dei premi legati alla produttività, la conferma della detassazione per il lavoro notturno e festivo nel settore turistico; le imprese avranno inoltre a disposizione consistenti incentivi per le nuove assunzioni, con un bonus extra per coloro che assumono persone appartenenti a categorie svantaggiate; infine, si confermano gli incentivi per favorire la stabilizzazione dei posti di lavoro, con l’obiettivo di migliorare la qualità delle attività imprenditoriali.
Si aggiungono a questo quadro le riforme in programma e le risorse destinate al potenziamento e all’ottimizzazione della Pubblica Amministrazione, con un investimento di 7,5 miliardi di euro solo per i nuovi contratti, con particolare attenzione a settori cruciali come istruzione, sanità e sicurezza, che rappresentano pilastri fondamentali per lo sviluppo economico futuro.
Non mancano le risorse per mitigare le difficoltà delle fasce medio-basse, visto che sono queste le principali beneficiarie della manovra. Si pensi, ad esempio, alle iniziative a sostegno delle famiglie, al reinvestimento nella social card e nel bonus affitto, oltre al potenziamento di specifiche azioni di equità territoriale. Tra queste, bisogna sottolineare l’iniziativa Agenda Sud, promossa dal Ministro Valditara, volta a contrastare la dispersione scolastica e ridurre il gap nell’apprendimento che colpisce i giovani del Mezzogiorno, una misura concreta che rappresenta la volontà di creare un modello che, dopo decenni di chiacchiere improduttive, affronti in modo duraturo il problema.
Non mi sembra un caso che il Segretario della CISL Sbarra abbia detto che la manovra, pur nella difficoltà del momento, si contraddistingue per un forte accento sociale.
Credo che si stiano creando le condizioni, partendo da ciò che apparentemente può sembrare limitato, per iniziare un percorso di modernizzazione e sviluppo, in linea con la visione sociale e culturale di questo governo, la cui coerenza emerge chiaramente dalle scelte operate.
Il tutto senza generare agitazioni nei mercati e nelle istituzioni internazionali, il cui impatto, seppur a volte eccessivo, non può essere trascurato da chi governa.
Onestamente, nel suo insieme, non mi sembra un risultato da poco.