Domenico Rossi, Generale, già sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito
In un mondo che attonito si guarda attorno per cercare di comprendere cosa stia accadendo e cosa potrà accadere, taluni avvenimenti nella settimana di Pasqua alimentano aneliti di speranza e di stabilizzazione globale, con particolare riferimento agli incontri del: 17 aprile a Washington tra la Presidente del Consiglio Italiana On. Giorgia Meloni e il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ; 18 aprile a Roma della Premier con il Vice Presidente Americano J.D.Vance; 19 aprile a Roma tra rappresentanti degli Stati Uniti e dell’Iran sulla questione nucleare. Incontri a cui si è aggiunta il 20 aprile la parziale tregua pasquale intervenuta tra Ucraina e Russia.
Per quanto concerne l’incontro presso la Casa Bianca ,senza volere entrare nel merito di dichiarazioni di certe parti politiche fortemente connotate da ideologia o di giudizi a priori avversi, era facile intuire a priori che gli scopi della visita al Presidente Trump non erano certamente quelli di ritornare a casa con vantaggi peculiari e specifici per l’Italia quanto di porre le basi per un nuovo dialogo tra l’Europa e gli Stati Uniti.
In quest’ottica non deve essere sottovalutata l’accoglienza riservata al nostro Presidente del Consiglio né le parole usate nei suoi confronti dal Presidente Trump,come riportate da varie Agenzie :”E’ una persona eccezionale. Giorgia Meloni mi piace molto, è una dei veri leader del mondo. Una premier eccezionale e sta facendo un lavoro eccezionale in Italia”. Un presupposto essenziale tenuto conto della difficoltà degli aspetti prioritari da trattare quali erano quelli relativi ai dazi e alla questione della Difesa sia per le risorse a essa devolute sia sul conflitto tra Ucraina e Russia. La Presidente Meloni ha sottolineato come tra alleati se ci sono problemi bisogna fermarsi e parlare per trovare soluzioni proficue per entrambe le parti e a tal fine ha invitato a Roma il Presidente Trump ,che ha accettato l’invito, per incontrare, in quell’occasione, anche i vertici dell’Unione Europea. In sintesi, un viaggio che ha portato ad una apertura del Presidente Americano nei confronti dell’Europa. Una logica conclusione della premessa fatta dalla Premier “Non posso siglare accordi per l’Ue ma sono qui per cercare di trovare il giusto punto di equilibrio a metà strada”.
Sulla Difesa un impegno di assoluta rilevanza ,quale il fatto che al prossimo Vertice Nato sarà annunciato da parte italiana il raggiungimento dell’obiettivo del 2% del Pil per le spese per la Difesa. Inoltre l’importante riproposizione senza esitazione della linea d’azione italiana sul conflitto tra Ucraina e Russia: “Sapete come la penso, che ci sia stata un’invasione e che l’invasore fosse Putin”. L’occasione è servita comunque anche per parlare di questioni comuni come “energia” ma anche di economia dello spazio e di missioni su Marte e sugli investimenti negli Stati Uniti da parte di imprese italiane .
In sostanza, grazie anche al rapporto politico e personale, la Premier ha saputo gestire Trump da statista ed è riuscita a spiegare che per i dazi e altri temi è con la Ue che l’Amministrazione Trump dovrà trattare ma che ” il governo italiano,membro leale della Ue e amico degli Stati Uniti, faciliterà le trattative”,con abilità politica si è così posizionata nella lealtà europea ed ha rafforzato il suo buon rapporto sia con Trump che con Ursula von der Leyen. Un risultato politico di assoluto spessore.
Il giorno successivo a Roma la Presidente Meloni ha poi avuto un nuovo incontro con il Vice Presidente degli Stati Uniti Vance che si è posto di fatto in continuazione con quello avvenuto con il Presidente Trump ,come si può evincere dalla nota ufficiale di Palazzo Chigi: «Il colloquio ha offerto l’occasione per approfondire i temi commerciali e i principali dossier dell’attualità politica internazionale, a partire dagli sforzi per una pace giusta e duratura in Ucraina” . «Il colloquio – spiega ancora il comunicato – ha consentito di sottolineare le eccellenti relazioni che legano, anche a livello culturale, Italia e Stati Uniti e, allo stesso tempo, la comune determinazione a rafforzare la cooperazione nei settori della sicurezza, della crescita economica e dello sviluppo tecnologico, così come tracciato nella dichiarazione congiunta adottata in occasione del recente incontro a Washington del Presidente Meloni con il Presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump». Oltre all’incontro con la Premier il Vice Presidente Americano ha incontrato anche il Vicepremier Matteo Salvini, anche qui con eccellenti risultati di prospettiva, che ha infatti dichiarato: « ci sarà una missione del Mit a Washington: su infrastrutture e trasporti ci sono molti dossier di interesse comune e le eccellenze italiane possono e devono essere protagoniste”.
Il 19 aprile inoltre il nostro Paese è stato al centro dell’attenzione mondiale in quanto , come riconoscimento di una capitale di pace e dialogo nonchè di accresciuta stima internazionale, a Roma è avvenuto un nuovo incontro tra Iran e Stati Uniti con colloqui intercorsi nella sede dell’ambasciatore omanita sulla questione dell’energia nucleare. I colloqui sono stati ritenuti talmente “proficui” da condurre già a un terzo round di negoziati il 26 aprile p.v. in Oman, proseguendo nel frattempo colloqui indiretti a livello tecnico. Merita sottolineare che il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmeail Baqaei, ha parlato di “clima costruttivo”, nonostante avesse mostrato non poche perplessità preventivamente all’incontro.
Certo non può sfuggire a nessuno l’importanza e il vantaggio per tutti di un eventuale accordo specie tenendo a mente il conflitto attualmente in corso in Medioriente. “Non sarà una cosa semplice” mettere d’accordo due rivali storici come Usa e Iran, ha detto il Direttore Generale dell’Aiea Rafael Grossi, che ha evidenziato anche : “Accolgo con favore il ruolo costruttivo e sempre piu rilevante dell’Italia a sostegno della pace in un momento critico in cui la diplomazia è molto necessaria”.
La difficoltà nasce dal fatto che in partenza le posizioni sono effettivamente distanti e quasi agli antipodi. Andando da un obiettivo massimo americano di fare abbandonare completamente all’Iran il proprio programma di arricchimento dell’uranio, compreso quello per le centrali nucleari, alla posizione iraniana che non sembra disposta a fare concessioni sul programma nucleare, se non dietro a eliminazione/forte riduzione delle attuali pesanti sanzioni economiche e senza peraltro rinunciarvi del tutto,quale elemento di difesa contro quello che è ritenuto il nemico storico ovvero Israele.
Sul fronte Ucraina-Russia si registra il fatto che Vladimir Putin ha offerto a Kiev una tregua pasquale di 30 ore : “Guidati da considerazioni umanitarie dalle 18 di oggi fino alla mezzanotte tra domenica a lunedì, la parte russa dichiarerà una tregua pasquale”. Un cessate il fuoco probabilmente da mettere anche in relazione sia alle dichiarazioni del Segretario di Stato Americano Marco Rubio che ha reso noto la volontà del Presidente Trump di interrompere i negoziati di pace in caso di insuccesso in tempi rapidi delle trattative sia a quelle di Putin che ha infatti sottolineato che la tregua viene ordinata nell’ambito delle trattative per una soluzione negoziata del conflitto.
Così come non si può sottacere che l’annuncio della tregua unilaterale ordinata dal Cremlino giunge dopo un nuovo scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev che ha riguardato 246 militari per parte, oltre a 31 soldati ucraini feriti e 15 russi che necessitavano di “cure mediche urgenti
In ogni caso la tregua di Pasqua non è stata prorogata,come ha dichiarato all’agenzia di stampa TASS il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov e fermo restando che sia Ucraina che Russia si sono vicendevolmente accusati di avere violato in diverse occasioni la tregua.
Sul fronte medio orientale, infine, la questione degli ostaggi è ancora condizionante a qualsiasi possibilità di risoluzione del conflitto.
In sintesi, una settimana di cui occorre cogliere gli aspetti positivi non tanto nella loro immediatezza quanto per gli spiragli che sia in termini commerciali, di sicurezza e difesa si sono aperti per il prossimo futuro.
Su tutto il risultato politico della Premier che dà nuovo e maggiore vigore al ruolo del nostro Paese a livello europeo e globale.