Il disagio giovanile: cosa si sta facendo per contrastarlo

Un tema che caratterizza la cosiddetta post-modernità, e che negli ultimi anni ha assunto una notevole rilevanza, percepibile “a pelle” anche prima di avere i dati che ne confermano l’importanza, è quello del crescente disagio non solo sociale, ma anche e forse soprattutto relazionale, che riguarda ormai fasce ampie della nostra popolazione. E, in particolare, i giovani e i giovanissimi della Generazione Z (i nati fra il 1996 e il 2010) e della Generazione Alfa (i nati dal 2010 al 2024). Continua a leggere

I rapporti Europa-Stati Uniti: non solo rischi ma anche opportunità

Davvero ci sarà una spaccatura tra UE e USA rispetto al nuovo ordine globale? I toni di Trump e le reazioni spesso troppo isteriche dell’opinione pubblica europea fanno credere questo, ma restano forti punti di convergenza all’interno dell’alleanza atlantica. È ovvio che gli europei avranno dei problemi: dovranno investire di più in difesa e soffriranno per i dazi in alcuni settori industriali, ma queste decisioni erano pronosticabili e si inseriscono in un trend di lungo periodo. Non è detto che questa riconfigurazione geopolitica non possa diventare una opportunità. Continua a leggere

La Germania ha votato: le nuove alchimie politiche

Le elezioni che si sono appena tenute in Germania partivano da un unico e grande interrogativo: quello relativo al risultato che avrebbe ottenuto Alternative für Deutschland. Tutto veniva analizzato e declinato per comprendere se ed eventualmente in che misura la formazione di estrema destra guidata da Alice Weidel e Tino Chrupalla avrebbe sovvertito il sistema politico della Bundesrepublik. Alla fine il quesito ha ottenuto una risposta: AfD è una forza sistemica con oltre il 20 per cento dei consensi. Di fatto, quella che un tempo era la Repubblica Democratica Tedesca ha votato in blocco per questa formazione. Continua a leggere

Il pluralismo preso sul serio. Una riflessione sulla cultura politica italiana

Nel recente saggio “L’incanto del mondo. Un’introduzione al pluralismo” (Ed. Meltemi), il filosofo del diritto Mauro Barberis–un profondo conoscitore del liberalismo ottocentesco e autore di importanti studi che si collocano tra la filosofia morale, il diritto, la storia e la politica—ha scritto che :”la maggioranza detta ‘America profonda”, raccolta attorno al Partito repubblicano spesso formata da autentici psicolabili che però ignorano di esserlo, si riconosce in Trump, altro psicopatico che si ritiene normale”. Considerando che il libro è destinato anche (se non soprattutto) agli allievi del suo corso di ‘Teoria del diritto in ambito filosofico’ e che le parole citate si trovano nel capitolo V, “Pluralismo”, ci si chiede se Barberis sia sempre consapevole del fatto che la divisione tra i giudizi di fatto e i giudizi di valore—alla base del pluralismo conoscitivo, che registra appunto i fatti—debba precedere ogni discorso sul tema in questione. Continua a leggere